Dal 28 ottobre 2016 al 26 febbraio 2017, presso il MUDEC di Milano è di scena ‘Jean-Michel Basquiat’, mostra dedicata all’artista statunitense. Curata da Jeffrey Deitch e Gianni Mercurio, è promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura.
Nato a New York nel 1960, padre haitiano e madre portoricana, Basquiat sin da bambino manifesta interesse per il mondo dell’arte. La madre, è lei a trasmettergli questa passione, lo accompagna spesso al Brooklyn Museum, al Metropolitan Museum e al Museum of Modern Art di New York.
Da adolescente, insieme ad un amico, si esprime con i graffiti lungo le vie di New York, sotto pseudonimo SAMO (Same Old Shit). All’età di 15 anni, un difficile ambiente familiare lo induce a fuggire di casa. Vive per strada e i primi soldi li guadagna vendendo felpe e cartoline personalizzate. Inizia a dipingere su tutto ciò che trova, incluse finestre abbandonate dove il vetro diventa tela e i bordi cornice.
La fusione di parole, simboli, figure stilizzate e animali rappresenta la sua caratteristica principale. Il tutto, reso con uno stile volutamente infantile e primitivo. L’ispirazione nasce da ciò che Basquiat vive, vede e respira nella New York degli anni ’70 e ’80, piena di contraddizioni ma anche di stimoli e possibilità. E’ influenzato fortemente da riviste, fumetti, televisione, musica jazz. E dal razzismo, tema ricorrente in moltissime delle sue opere e fil rouge del suo percorso artistico e personale.
L’esposizione presso il MUDEC ospita 140 lavori realizzati tra il 1980 e il 1987, accostando opere di grandi dimensioni, disegni, foto, collaborazioni con l’amico Andy Warhol e una serie di piatti di ceramica nei quali, con ironia, Basquiat ritrae personaggi e artisti di ogni epoca.